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Google Meet arriva per tutti i domini G Suite e rimpiazza Hanghout

| Marco Galassi | Blog

Era il 2005 quando Google lanciava Talk, il sistema di chat e voip che permetteva agli utenti Google di parlare tra loro. Nel 2013 Google lanciava Hangouts, versione molto più evoluta, con app dedicate per iOs e Android, estensioni per i browser e tutto il necessario per condividere lo schermo videochiamando e chattando gratis. A marzo 2017 Google lancia, in via sperimentale, il servizio Google Meet per gli utenti G Suite, sistema esteticamente molto simile a Hangouts che però rappresentava l'evoluzione della piattaforma in direzione dello IOT, "internet delle cose".

A partire dal 29 maggio 2018 Google Meet sarà disponibile per tutti i domini G Suite che eseguono automaticamente l'aggiornamento sulla pianificazione consigliata di Google. Da questa data quindi, gli eventi inseriti in calendario genereranno un link per l'eventuale videoconferenza attraverso il servizio Google Meet.

Sale conferenze Chromebox

Google Chromebox, soluzioni google per le sale riunioni e videoconferenze

Google Meet è compatibile con i sistemi di videoconferenza Chromebox, mini pc da mettere dietro il televisore, con fotocamera e microfono, telecomando e messa online della sala con ottime prestazioni audio-video.

Le Chromebox si integrano con l'account G Suite, leggono il calendario delle riunioni e in questo modo sanno quali appuntamenti avverranno in sala, chi sono gli invitati, quali orari sono liberi per ulteriori prenotazioni e quali no.

Il software lanciato da Google nel marzo 2017, Google Meet è quindi perfettamente integrato con i sistemi di videoconferenza per le sale riunioni che ho avuto il piacere di provare lo scorso anno con enorme soddisfazione e ottimi riscontri da parte degli utilizzatori.

Google Meet è più accessibile di Google Hangouts

Google Meet durante una presentazione

In tutte le aziende l'amministratore di sistema non è l'utente finale del computer che mediamente non può installare quello che vuole nel computer ma deve farselo fare dai tecnici preposti. Talvolta questo significa che per installare l'estensione "Hangouts" in Google Chrome l'utente dovava chiedere l'intervento dei tecnici scoraggiandone così l'utilizzo a favore di altre soluzioni magari già native in Windows come Skype.

La nuova versione, Google Meet funziona perfettamente senza dover installare nulla. Si va al link della riunione e, tramite il browser Chrome e Firefox e si partecipa autorizzando il browser a utilizzare webcam e microfono. Google Meet permette di partecipare alle riunioni non solo tramite i browser supportati, ma anche attraverso il link che appare in Calendar, l'url della riunione, il codice alfanumerico della riunione, il telefono, le Chromebox e non per ultime per chi lavora in mobilità, tramite le App Meet per Android e iOS.

Google Meet e la chat internaMeet permette di presentare documenti e condividere lo schermo, inviare messaggi di chat e naturalmente effettuare videoconferenze che, in base al tipo di account G Suite, possono contenere fino a 50 persone (intesi come "utenti connessi").

Altro aspetto importante per quelle riunioni che avvengono con esterni, Google Meet non richiede necessariamente che l'altro utente abbia un account Google. E' possibile partecipare alle riunioni anche non avendo un account Google. Infine la gestione dell'audio dei partecipanti che è possibile silenziare così da gestire al meglio gli interventi.

Google Meet è gratis per il no profit

Google Meet è fruibile da inizio 2017 gratuitamente per le organizzazioni no profit, gli enti governativi e scuole che hanno un account G Suite attivo. Questo significa, potenzialmente, azzerare i costi di software di videoconferenze che sino a ieri si dovevano sostenere per poter realizzare videoconferenze qualitative per tutte queste categorie di organizzazioni.

Se sei alla ricerca di un consulente G Suite Administrator certificato da Google per implementare i sistemi di videoconferenza Google, contattami, potremmo collaborare per per rendere più smart (e meno costosa) la tua azienda.

Articolo di Marco Galassi fonte Google


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